The Hungriest Eye. The Blossoming of Potential

L’opera di Arthur Duff svela l’unicità di ciascuno in relazione a quella degli altri, trasformandola in una rappresentazione artistica irripetibile e sorprendente.

Attraverso il linguaggio dell’arte, l’unicità di ciascuno di noi può essere espressa attraverso forme irripetibili che, nell’incontro con gli altri, danno luogo a combinazioni sorprendenti. È questo lo spirito di “The Hungriest Eye. The Blossoming of Potential”, l’opera dell’artista Arthur Duff, curata da Luca Massimo Barbero, che dal 15 aprile accoglie i visitatori dell’Art Studio

Con questa opera Luca Massimo Barbero apre la sua collaborazione con l’Art Studio con un progetto di curatela biennale. : “L’Art Studio – spiega - è un luogo di sperimentazione visiva e personale che il visitatore fa attraverso la propria esperienza in tutto questo straordinario piano di The Human Safety Net, luogo sospeso e perno visivo da raggiungere proprio nel cuore di Venezia. Il tema è quello di creare una rete che colleghi le attività dello spazio The Human Safety Net all'arte, ma anche alle questioni sociali che in esso si sviluppano e vengono rappresentate”.

Grazie all’opera di Duff l’Art Studio diventa uno spazio di creazione e collaborazione tra i visitatori

L’opera di Duff integra e completa il percorso di A World of Potential.  Grazie ad essa, infatti, i visitatori possono vedere i propri punti di forza trasformati in una rappresentazione artistica grazie all’utilizzo di un sistema laser che crea forme uniche in un caleidoscopio di luci. L’ispirazione nasce dalle xilografie giapponesi ottocentesche raffiguranti i fuochi d’artificio, emblema di un ideale di bellezza effimera e transitoria, pensati per sbalordire e sorprendere l’occhio di chi guarda. Un occhio ‘affamato’ – da qui il titolo dell’opera - che ambisce non solo ad essere il punto di passaggio di uno stimolo percettivo, ma vuole essere partecipe dell’elaborazione dell’esperienza. 

The Hungriest Eye – The Blossoming of Potential” - racconta Arthur Duff -  è un'opera d’arte ma per me, come artista, è anche un'opportunità unica per investigare gli aspetti invisibili degli oggetti d'arte come sistemi interconnessi fisici e non fisici. L’intento è stato quello di creare uno spazio collaborativo dove i visitatori possano partecipare attivamente alla formazione dell'opera d'arte attraverso la loro esperienza personale. L'implicazione del fruitore è integrata nella struttura dell'opera d'arte e incorporata all'interno della Casa di The Human Safety Net. In sostanza “The Hungriest Eye – The Blossoming of Potential” esamina il rapporto tra il potenziale dell'opera d'arte e il potenziale di ogni persona che visita le Procuratie Vecchie, come esplorazione che pone in discussione l'impatto dell'arte sull'umanità e si concentra sugli oggetti al di là del loro semplici rapporto con gli esseri umani”.

Un’opera per ricordare il diritto di ognuno ad esprimere il proprio potenziale

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Dopo aver esplorato il proprio potenziale grazie al percorso della mostra interattiva, i visitatori entrano nell’Art Studio e assistono alla creazione di una composizione artistica che è la rappresentazione unica dei propri punti di forza. “The Hungriest Eye” è quindi un’esperienza individuale e al tempo stesso collettiva. La composizione laser della rappresentazione dei punti di forza richiede infatti circa due minuti, ma dopo trenta secondi può lasciare spazio alla rappresentazione di una nuova immagine al sopraggiungere di un altro visitatore. Chi entra nell’Art Studio è così chiamato inconsapevolmente a sperimentare dinamiche interattive con gli altri: la condivisione di uno spazio e di una esperienza, la libertà di esprimersi nell’interazione con gli altri.

Lo stesso visitatore può ripetere l’esperienza più volte e assistere al formarsi di un’immagine sempre diversa. Perché ogni esperienza cambia, modifica il nostro modo di essere e questo viene espresso dalla infinita varietà di forme che si dispiegano davanti al nostro occhio affamato’.

Un’esperienza unica a Venezia che, attraverso la lente e il linguaggio dell’arte vuole ricordare l’importanza del diritto che ognuno ha di esprimere il proprio potenziale anche, come in questo caso, attraverso il processo artistico.